Questa poesia è una di quelle che, in futuro, andrà nella mia raccolta di scritti mistici. E’ ispirata un po’ dalle parole e dal ritmo della musica di Battiato, un po’ dai miei studi (mistici e teologici) dell’Islam, come infatti leggerete in un paio di versi. Ma è anche un modo efficace che ho trovato per affrontare, e forse perfino sconfiggere, la mia paura della perpetua scorrevolezza del Tempo, e del timore di perderlo, perdendo dunque me stesso.
Star cercando la mia spiritualità, la mia essenza primigenia e ragion d’essere in questo mondo, mi sta donando tanta pace, serenità e consapevolezza, come mai ne ho avuta prima. Questa poesia è un modo come un altro per esprimermi in tal senso. Buona lettura.
“C’è un tempo immateriale / un Tempo che va oltre il tempo / che supera il presente / non esiste né futuro né passato – / un Tempo statico, immutabile. / Inconoscibile e memorabile. / Il nostro è un sonno profondo / nel quale lo spazio si estende e / l’orologio della vita si disperde. / Noi siamo esseri deformati / in attesa del nostro antico, gentile / ritorno alla primigenia essenza.
Ce l’ha insegnato Maometto e il suo Miraj / si può viaggiare nell’immobilità. Un grumo / di sangue o una cristallina goccia di pioggia / sono tutti segnali di una presenza divina / che annuncia all’uomo l’eterno senza tempo / il viaggio senza spazio, l’essenza in un momento.”
Tutti i diritti riservati, Tiziano Brignoli 2025

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