Una poesia tratta da Pensieri vaganti in Tibet: “Tu hai il tuo mondo / io ho il mio mondo / noi tutti abbiamo il nostro mondo / ma tutti desideriamo un mondo diverso”. Ma è così? Noi veramente desideriamo un mondo diverso o, piuttosto, bramiamo a essere noi stessi persone diverse, rendendo così, diverso anche il mondo? Il mondo in sé stesso, credo, non ha bisogno di cambiare. Il mondo va benissimo così com’è. Se è una manifestazione di Dio – se io e tu che leggi siamo soltanto manifestazione dell’Uno – come si può affermare che il mondo debba cambiare? Questo significherebbe che Dio sbaglia? Allora non sarebbe più l’Assoluto, l’Inviolabile. No. Perché non riusciamo a comprendere che è soltanto fonte di infelicità desiderare continuamente qualcosa di diverso, qualcosa di altro, qualcosa di nuovo? Tutto il mondo batte al ritmo della Gioia. C’è Gioia nel sole, c’è Gioia nella pioggia, c’è Gioia anche nella sofferenza così come nell’amore. Non possiamo desiderare un mondo migliore perché il mondo è già migliore così com’è. Siamo noi, al massimo – i nostri pensieri, la nostra mente, i nostri concetti – a non essere perfetti. A essere ambigui.
E’ anche per questo che in Occidente le persone muoiono lentamente divorate dalla paura della morte ancor prima di morire. Hai paura della morte perché muori (o temi di morire) insoddisfatto. Hai paura della morte perché ti rifiuti di fare un percorso a fianco e verso la morte, che non è mai nemica. Tutto fluisce verso l’Unità: che immagine meravigliosa! I mistici dicono che il momento della morte è il momento più importante dell’esistenza umana. Se lo sprechi, hai sprecato una vita, e hai sprecato anche il dono della morte. D’altro canto lo insegna anche il Bardo tibetano: il modo nel quale si entra nella morte, contribuisce a definire l’esistenza futura.
Dobbiamo, per questo, rifiutare categoricamente la teoria occidentale che la vita debba soltanto essere alzarsi al mattino, lavorare, fare la spesa, tornare a casa, cenare e dormire. Perché sai, è così che si spreca una vita. Ed è così agendo che avrai sprecato anche il dono della morte, una concessione dal Supremo.
Ti consiglio anche la lettura dell’articolo: L’Unità del Cosmo.

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